Nasce nel 1154,
diviene docente di teologia all’università di Parigi, si fa prete tardi, sui
quarant’anni. Poi lascia la cattedra, perché un “segno gli ha rivelato la
sua vera missione”: dedicarsi al riscatto degli schiavi cristiani in
Africa. La pirateria mediterranea, negli assalti in mare e nelle scorrerie a terra,
rastrella gente giovane e va a venderla sui mercati nordafricani.
Giovanni de Matha si ritira per riflettere a Cerfroid, una campagna solitaria a
settanta chilometri da Parigi, dove spiega l’idea a quattro eremiti, che
l’accettano di colpo. In tre anni nasce la struttura. Ossia l’Ordine della
Santissima Trinità (abito bianco con croce rossa e azzurra sul petto, cappa e
cappuccio neri). Si basa su comunità piccole e agili, con regola austera e
niente ambizioni estetiche per le chiese e i riti. L’elemosina raccolta da
appositi collettori va per un terzo al mantenimento dei monaci, per un terzo
all’assistenza di malati e pellegrini, e per un terzo al riscatto degli
schiavi.
Ottenuta l’approvazione del papa Innocenzo 111, nel 1199 parte la prima
spedizione per il Marocco. I trinitari (così li chiamano) visitano mercati,
prigioni, luoghi di lavoro, trattano con autorità i padroni, e liberano con
regolare scrittura di riscatto i duecento schiavi; un notaio registra tutto, e
così si farà sempre. I marsigliesi si commuovono vedendo sbarcare quei
duecento, con Giovanni de Matha che li accompagna alla cattedrale cantando il
salmo In exitu Israél de Aegypto. Il problema degli schiavi è all’ordine del
giorno: con una missione analoga nel 1218 san Pietro Nolasco fonderà a
Barcellona i mercedari.
Nel 1209 l’Ordine avrà trenta case, e seicento verso il 1250, soprattutto in Francia e Spagna. Agli ex schiavi malati o senza famiglia dà accoglienza nei suoi ospizi. Tra il 1199 e il 1207 il fondatore si lancia in un attivismo frenetico, per aumentare i centri di accoglienza, trovare denaro da ricchi e da poveri, moltiplicare le spedizioni di riscatto. Papa Innocenzo gli dona a Roma la chiesa abbaziale di San Tommaso in Formis sul Celio, dove Giovanni crea un altro ospizio. E qui muore il 17 dicembre 1213. Nel 1665 due frati trinitari tolgono il suo corpo dalla chiesa (il convento ha cambiato proprietà) e lo portano a Madrid.
L’Ordine soccombe poi alle soppressioni regie e rivoluzionarie del SetteOttocento, ma rinasce nel XIX secolo, con case impegnate in Europa e in America nelle missioni, assistenza ospedaliera e ministero. Manca una storia completa dei riscatti: il religioso che vi lavorava, padre Domenico dell’Assunta, fu ucciso nella guerra civile spagnola (1936) e il materiale andò perduto. Ricordiamo tuttavia un nome: quello di Miguel de Cervantes, futuro autore di Don Chisciotte. Catturato da un pirata albanese e venduto sul mercato di Algeri nel 1575, sarà liberato cinque anni dopo dal trinitario spagnolo fra Juan Gil.