Cristo,
pur essendo di natura divina, non considerò un tesoro geloso la sua uguaglianza
con Dio; ma spogliò se stesso, assumendo la condizione di servo e divenendo
simile agli uomini. Apparso in forma umana, umiliò se stesso facendosi
obbediente fino alla morte e alla morte di croce. (Lettera ai Filippesi, 2,6-8)
Gesù assumendo la natura umana, ha svuotato se stesso, mettendo da parte gli
attributi divini che non erano compatibili con
la realtà dell’incarnazione. Questo svuotamento è servito dunque per assumere
la condizione di servo, l’esatto opposto della condizione di Dio.
Durante la sua vita terrena egli non volle
comportarsi come Dio e signore degli uomini, ma come servo, privo di ogni
dignità, autorità e potere, completamente dedito all’umile servizio degli
altri.
Nel mistero dell’incarnazione. Gesù è divenuto
simile agli uomini, ma non solo: è stato riconosciuto in tutto e per tutto come
un uomo. Non solo: in mezzo agli uomini egli si è ulteriormente umiliato, ha portato
il suo svuotamento fino in fondo.
In cosa è consistito questo svuotamento totale?
Nella rinuncia a sentimenti di vanità, ambizione, autoesaltazione propri
dell’essere umano. Egli piuttosto ha assunto una ferma e risoluta mitezza,
aliena da ogni violenza, propria del servo di Dio.
Signore Gesù che nel mistero della tua incarnazione sei sceso ai nostri umani livelli, per insegnarci a vivere da esseri umani e non da esseri superiori e alieni da questo mondo, indicaci, in questo Natale, la strada che porta a Te, che segua Te e che Ti serva in tutti i fratelli della terra.