È una caratteristica del Vangelo l’insistenza sulla preghiera: Gesù vive nella preghiera la sua relazione continua con il Padre, il suo essere Figlio che riceve tutto dal Padre per poter donare tutto al mondo, ed è maestro di preghiera per i suoi discepoli, perché essi la vivano come il respiro della loro esistenza.
La preghiera è il santuario in cui scopriamo il vero volto di Dio, il luogo dove l’anima incontra la nostra vita frammentata. La porta dell’interiorità, del vero volto di Dio, della scoperta del sé, riusciamo ad aprirla solo se insistiamo, se non ci scoraggiamo, se accettiamo a volte di dirci stanchi, sfiduciati e ci sediamo sconfortati, lasciando che qualcun altro ci sorregga le braccia tese verso l’alto, come Mosè nella prima lettura.
Siamo chiamati a insistere, a non stancarci mai di pregare e rivolgerci a Dio. Non per convincere Dio, ma per convertire il nostro cuore. Insistere per purificare il nostro cuore e scoprire che Dio non è un giudice, né giusto né ingiusto, ma un padre tenerissimo. Insistere non per cambiare le cose, ma per cambiare noi stessi, per vedere nel mondo il cuore di Dio.