«Figlioli… tornando a casa, troverete i bambini, date loro una carezza e dite: questa è la carezza del papa. Troverete, forse, qualche lacrima da asciugare. Abbiate per chi soffre una parola di conforto. Dite che il papa è con loro…».
Era una tiepida serata d’autunno e Giovanni XXIII congedava così la
gente accorsa in piazza San Pietro per celebrare l’avvio del concilio Vaticano
II(1 ottobre 1962). Quelle parole, intrise di umanità e di poesia, commossero il mondo e furono il miglior preludio
della grande assise ecumenica destinata a rinnovare profondamente la chiesa.
E’ stato il papa del dialogo, delle aperture, delle
audaci novità che in pochi anni servirono ad avvicinare la chiesa al mondo
moderno. Quando lo elessero, ormai prossimo agli ottant’anni, tutti pensarono
che sarebbe stato un papa di transizione, per consentire alla chiesa di
riordinare le idee di fronte alle sfide che la società le stava imperiosamente
ponendo. Invece il suo pontificato fu sì di breve durata, ma come pochi altri
significativo e incidente.
Giovanni XXIII, Angelo Giuseppe Roncalli, era nato a Sotto il Monte, piccolo paese del bergamasco, il 25 novembre 1881. Alla povertà contenta e benedetta lo ha educato la sua patriarcale famiglia contadina che viveva nella cascina «La Colombera», alternando lavoro e preghiera, sotto la guida saggia dello zio Saverio.
Di indole buona e sensibile, sentì presto il desiderio di consacrare la propria vita a Dio per poter servire meglio gli altri nella carità. Nel seminario di Bergamo iniziò la lunga strada di preparazione al sacerdozio, che si concluse a Roma il 10 agosto 1904.
Consacrato vescovo il 15 marzo 1925, cominciò il suo lungo viaggio che lo porterà in missione come visitatore apostolico in Bulgaria, poi delegato apostolico in Turchia e in Grecia e poi nunzio apostolico a Parigi, ultima tappa prima dell’approdo a Venezia.
Eletto papa, il 28 ottobre 1958, a chi gli chiedeva con
quale nome volesse essere chiamato, disse: Mi chiamerò Giovanni, un nome dolce
e nello stesso tempo solenne.
Svolgerà il suo servizio che la provvidenza gli aveva assegnato con il suo
stile accattivante di bontà, di umiltà, di comprensione che faranno di lui il
«papa buono».
L’anziano papa è stato una primavera per la chiesa e, per il mondo intero, una
porta aperta alla speranza.
Il 3 giugno 1963, alle ore 19.45, in Vaticano, si spegneva una grande luce sul mondo. Il suo nome era Giovanni.
Mi ricordo che il giorno prima del suo funerale, Padre Giuseppe Cassone, allora superiore della Casa di Subiaco, ove io quell’anno frequentavo il IV ginnasio, mi volle prendere con sé in macchina e portarmi a San Pietro, ove dopo una lunghissima fila di gente in attesa, ebbi l’onore e la gioia di entrare in Basilica e fare una preghierina davanti alla salma del Papa Buono.
Giovanni Paolo II lo ha proclamato beato il 3 settembre 2000 ed è stato canonizzato il 27 aprile 2014 da Papa Francesco.