l’umanità non ha nessun diritto.
Non aveva nessun diritto su di Te,
quando sei venuto per la prima volta,
ne ha meno adesso, sempre meno,
man mano che ci allontaniamo nel tempo
dalla Tua prima venuta, o Signore,
ove la speranza che l’uomo ti rispondesse
poteva anche sorreggere un poco
l’infinita gratuità del tuo dono.
Da allora, il Natale è sempre più grande,
sempre più buono,
sempre più misericordioso dalla parte tua, o Signore,
sempre più immeritevole da parte nostra.
Si direbbe che segui l’andamento della tua carità,
almeno una maggiore effusione.
Dove abbonda il peccato, sovrabbonda la pietà.
Ecco la luce più chiara, la letizia più sicura:
la tua carità, o Signore,
che resta fedele a chi non è più fedele
e viene all’appuntamento con la nostra indegnità
nel tuo sorriso di Bambino,
che tutto sai e nulla ricordi,
che tutto soffri e di nulla c’incolpi.
Più che il tuo rimanere, o Signore,
mi prende il Cuore e me lo piega il tuo tornare,
sto male, o Signore,
ma perché Tu ritorni,
perché Tu vuoi tornare anche oggi,
il mio non è più lo star male di prima.
Non ti domando nulla, o Signore,
mi basta la certezza che Tu torni.
Io sono diventato tanto cattivo,
ma se Tu torni,
anche questo male di oggi passerà.
Grazie, o Signore,
mi sento già meno male.
C’è qualcosa di nuovo oggi;
ci sei Tu che ritorni.
DON PRIMO MAZZOLARI. NATALE: QUESTA DIVINA OSTINAZIONE.