Nelle nostre comunità
cristiane tutti devono trovare accoglienza e nessuno deve sentirsi escluso. In
ambiti di pastorale parrocchiale, nei movimenti e associazioni sarà opportuno
quanto prima riformulare e riorganizzare il settore della pastorale giovanile,
sulla base che il mondo dei giovani cambia e che alcune scelte del passato non
assicurano più un processo concreto di trasmissione della fede.
Tutti siamo testimoni di come i giovani che pur
mostrano, in talune circostanze interesse ed entusiasmo, col tempo si
allontanano dalla vita di una comunità cristiana e subentra in essi una certa
indifferenza verso le tematiche di fede. In molti casi non si arriva a produrre
una scelta di fede personale, un incontro profondo del giovane con Gesù, che
possa aiutarli a vivere la fede mantenendo nella società uno stile di vita di
servizio, di testimonianza e molte volte di contro-cultura.
L’incontro con Gesù Cristo dovrebbe aiutare il
giovane a superare il rischio di ridurre la fede a una esperienza provvisoria e
puramente emotiva e soprattutto il rischio di identificarla con aride formule
dottrinali e in precetti morali; ma leggere la vita come risposta ad una personale
vocazione, un progetto di santità, aiutandolo a vedere che il suo cammino di
fede va concretizzato in scelte di vita, in un particolare servizio inteso come
missione, senza timore di fargli proposte esigenti.
ADAMO CALO’. OMELIA