“Signori, io ho sempre
ritenuto che un Istituto che si prefigge l’educazione della gioventù, nel quale,
oltre alle bambine, vi sono anche delle giovinette capaci a lavorare, qualora
pretendesse sostentarsi con le sole elemosine, si assomiglierebbe né più né meno che ad un giovane robusto, che invece di lavorare, volesse vivere di
accattonaggio. … del resto appoggiarsi sulle elemosine per Istituti di
giovanetti d’ambo i sessi, sarebbe un pregiudizio al retto indirizzo educativo.
“I ragazzi e le ragazze devono avvezzarsi al lavoro
… non vi può essere educazione né religiosa, né civile, non accompagnata dal
lavoro. … No, non sono delle elemosine che io vi domando. … Lavoro io vi
domando, o signori. … le giovinette già addestrate al lavoro, non vogliono
vivere di elemosina: esse vogliono lavorare, anche se debbono togliere ore al
sonno, purché lavorino, purché mangiando il pane quotidiano possano dire: noi
ce l’abbiamo lavorato.
ANNIBALE MARIA di FRANCIA. Per la Visita di un
Comitato all’Orfanotrofio Antoniano Femminile, 20 agosto 1906.
NON VI PUÒ ESSERE, SECONDO S. ANNIBALE, ALCUNA EDUCAZIONE NÉ RELIGIOSA, NÉ CIVILE, SE NON ACCOMPAGNATA DAL LAVORO. MANGIANDO IL PANE QUOTIDIANO LE RAGAZZE POSSANO DIRE: NOI CE L’ABBIAMO LAVORATO.
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