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MISSIONI n. 3-16_06.175 MISSIONI 02/11/16 14:18 Pagina 9
Felicita Niyitegeka, una martire ruandese
Riportiamo la lettera che Felicita scrive al fra-
tello il 12 aprile, quando rifiutò la macchina e
la scorta militare che doveva trarla in salvo:
Carissimo fratello,
grazie per avermi voluto salvare.
Ma al posto di vivere e lasciar
morire le 43 persone che ho
accolto, ho scelto di morire con
loro. Prega perché noi arriviamo
a Dio e presenta il mio addio
alla cara e anziana mamma
e anche ai fratelli e alle sorelle.
Io pregherò per te una volta giunta
in cielo. Grazie per aver pensato
Felicita era una laica consacrata, ap- a me. E se Dio ci salverà, come noi
partenente all’Istituto delle Ausiliatrici lo speriamo, ci rivedremo domani.
dell’Apostolato.
FELICITA NIYITEGEKA
Di etnia hutu, figlia di un catechista, Fe-
licita era nata nel 1934 nel sud del
Rwanda. Fin da giovane aveva deciso di
consacrarsi al Signore e il Mons. Bigi-
rumwami l’aveva inviata a Lourdes in
Francia per una formazione spirituale e
teologica. Dopo aver lavorato nell’edu-
cazione in Rwanda e nel Congo, il ve-
scovo di Nyundo le aveva confidato la
direzione del “Centro diocesano di For-
mazione e di Spiritualità Saint Pierre”.
Quando iniziano i massacri dei tutsi il 7
aprile 1994, Felicita accoglie nel suo
centro i sopravvissuti che vi cercavano
rifugio. Suo fratello militare, come lei di
etnia hutu, le chiese di abbandonare
quella gente al suo destino di morte.
Lei rifiutò.
Felicita riuscì a mettere in salvo diver-
se persone tutsi al di là del confine, nel
Congo. Poi al sopraggiungere dei fami-
gerati miliziani interahamwe, il 21 apri-
le 1994 scelse di morire assieme alle
consorelle e ai rifugiati tutsi.
MISSIONI ROG • n. 3 Luglio/Settembre 2016 9