Prese allora un bambino, lo abbracciò e disse: chi accoglie uno di questi bambini accoglie me. Un gesto che profuma d’amore e che apre un’intera rivelazione: Dio è così.
Al centro della fede un abbraccio. Al punto da far dire ad un grande uomo spirituale: Dio è un bacio (Benedetto Calati).
E papa Francesco ci ricorda che: «Gesù è il racconto della tenerezza di Dio», un Dio che mette al centro della scena non se stesso e i suoi diritti, ma la carne dei piccoli, quelli che non ce la possono fare da soli.
Ma perché un bambino? Per noi il bambino è il simbolo della tenerezza, dell’amore, della vulnerabilità. Un bambino al tempo di Gesù non contava nulla perché non aveva potere su nulla.
Chi accoglie un bambino accoglie me. Accogliere. Il nostro mondo avrà un futuro buono quando l’accoglienza sarà il nome nuovo della civiltà; quando accogliere o respingere i disperati, che sia alle frontiere o alla porta di casa mia, sarà considerato accogliere o respingere Dio stesso.
Quando diremo a uno, a uno almeno dei piccoli e dei disperati: ti abbraccio, ti prendo dentro la mia vita. Allora, stringendolo a te, sentirai che stai stringendo fra le tue braccia il tuo Signore
ADAMO CALO’. Omelia