Nato
a Pezzaze (Brescia) il 9 luglio 1949, entrò nella Scuola Apostolica di
Desenzano del Garda il 27 settembre 1959 e vi vestì l’abito religioso il 26
settembre 1965. Emise la prima professione a Zagarolo il 29 settembre 1966.
Frequentato il liceo classico-filosofico nella Casa Madre a
Messina e, stando di comunità a Grottaferrata, gli studi teologici presso la
Pontificia Università Lateranense a Roma, il 29 giugno dell’Anno Santo 1975 fu
ordinato Sacerdote dal Papa Paolo VI.
Assecondando il suo desiderio missionario, i Superiori lo
destinarono alla prima missione rogazionista nelle Filippine. Partì insieme a
P. Vito Di Marzio il 21 dicembre 1976 per raggiungere il P. Antonio Barbangelo
che li aveva preceduti da poco.
Nella missione di Parang, affidata poi a lui e al P. Di
Marzio ufficialmente, celebrò la prima Messa, in inglese, il primo gennaio 1977.
Con grande spirito di adattamento, si mise subito ad
apprendere il «tagalog», la lingua parlata dal popolo, interessandosi a fondo
di quella gente semplice, buona, ma bisognosa di tutto, e se ne conquistò la
simpatia. «Riguardo alla missione di Parang – scriveva il 26 aprile 1977 al
Padre Generale – mi sembra, dall’ultima telefonata, che si fossero espressi dei
dubbi; ho aspettato una vita per venire in una missione e non cambierei nessuna
parte del mondo per questa gente che sento di amare come lo scopo principale
della mia vita».
Il problema più assillante per Parang era l’acqua. Egli
decise di portarvela e per raccogliere i fondi occorrenti scrisse alla mamma e
al Parroco di Pezzaze in data 10 marzo 1978. Furono le sue ultime lettere:
proprio quel giorno sarebbe morto!
Per la sera di quel giorno, col suo animo pieno di zelo,
aveva preso l’impegno delle confessioni e della celebrazione della S. Messa in
un paese vicino. Mentre vi era condotto in auto con altri, ad un incrocio
furono investiti in pieno da un autotreno. Fu la fine. Un duplice gesto, di promozione
umana e di evangelizzazione, suggellò così quel giorno il sogno missionario di
P. Diego.
La sua salma, trasportata in Italia, riposa nel cimitero di
Pezzaze.