SAN
FABIANO. Poco si legge nella storia di lui, ma è celebre per il modo con cui fu
eletto a reggere la cattedra di S. Pietro. Era essa rimasta vacante per la
morte di S. Antero, ed i fedeli di Roma si erano raccolti per l’elezione del
nuovo pastore. Vi era fra essi Fabiano, venuto di fresco dalla campagna, che
certamente non si sarebbe mai immaginato di essere l’eletto dal Signore.
Stavano i fedeli in fervorosa orazione, pregando lo Spirito Santo a intervenire, quando di improvviso si vide una luce
splendida discendere dal cielo, e poi una colomba che leggermente venne a
posarsi sul capo di Fabiano.
Non poteva essere più manifesta la volontà di Dio,
e poche altre volte lo Spirito Santo è intervenuto così visibilmente nella
elezione del Sommo Pontefice. Unanimi i fedeli elessero Fabiano a loro pastore.
Ferveva allora la persecuzione contro i Cristiani,
e contro Fabiano specialmente volgevano i Gentili il loro odio, perché
credevano che, tolto il padre, i figli cedessero. Lo catturarono infatti, e gli
diedero la morte l’anno 250, soffrendo egli gloriosamente per Gesù Cristo; ma i
fedeli rimasero saldi nella fede e tanti diedero il loro sangue dietro al suo
esempio, piuttosto che cedere alle vane pretese dei loro persecutori.
SAN SEBASTIANO. Nacque a Narbona (Francia), ma fu
educato a Milano, ricevendo una buona cultura. Egli apparteneva all’armata
dell’imperatore, godeva uno dei primi posti ed era caro a tutti per le sue
belle qualità; lo stesso imperatore l’aveva in grande stima, e tanto l’amava
che lo fece capitano dei pretoriani.
Ma egli ben comprese che tutti quei sorrisi, quelle
ricchezze, quelle dignità erano lacci che il demonio gli tendeva, ed in cui
cercava di prenderlo, e, fedele a Gesù Cristo, non si lasciò adescare.
Avrebbe però lasciato al più presto ogni cosa, se
non fosse stato mosso dal desiderio di arrecare aiuto, conforto ed incitamento
ai Cristiani perseguitati. Conservò quindi sotto la veste militare un ardente
spirito di fede, speranza e carità, convertendo molti alla religione di Cristo
ed aiutando i Martiri in tutti i modi.
Per questo il Signore volle dare il premio al suo
servo, e fece sì che i pagani si accorgessero dello spirito di Sebastiano.
Avvisarono l’imperatore, il quale, chiamato Sebastiano a sé, si lamentò con lui
perché così male corrispondesse ai favori ricevuti. Ma il santo gli rispose che
egli era sempre rimasto fedelissimo, non solo, ma che più di ogni altro gli
sembrava di aver corrisposto ai suoi favori, perché egli non pregava per
l’imperatore gli dei falsi e bugiardi, ma pregava l’unico vero Dio, che solo e
veramente poteva fare del bene alla sua angusta persona.
Ciononostante, Diocleziano lo fece legare ad un
palo, ordinando che fosse ucciso a colpi di frecce e Sebastiano, che aveva
incoraggiati tanti alla morte per Cristo, seppe egli stesso sopportarla
gloriosamente.