San
Nicola fu uno dei più illustri santi che fiorirono nella Chiesa orientale nel
secolo IV. Nativo di Pataro nella Licia, dimostrò fin da bambino di essere
predestinato a grandi cose. Prestissimo si innamorò della vita religiosa, e si
ritirò in un monastero nelle vicinanze di Mira.
Praticava la carità materiale e spirituale verso il prossimo, e di lui rimase
celebre il seguente fatto. Trovandosi tre giovanette in grave pericolo di perdere l’innocenza, non potendo a causa della loro povertà
trovare un onesto collocamento, per tre notti consecutive Nicola si portò
vicino a quella casa, ed ogni volta vi gettò dalla finestra una borsa
contenente il necessario per la dote di una figlia.
La sua grande devozione lo spinse a visitare la
Terra Santa. Durante il viaggio, quando la nave su cui era montato si trovava
in alto mare, si scatenò una tempesta tale che i marinai disperavano della
salvezza.
Ma Nicola, rassicuratili, si mise in ginocchio: ed
il mare divenne calmo e si arrivò felicemente in porto. Ritornato dal
pellegrinaggio, trovò vacante la sede episcopale di Mira, capitale della Licia.
Nicola, già celebre per i suoi miracoli e per la sua vita esemplare, fu eletto
ad occupare quella sede, e la resse sapientemente per molti anni. Fu grande
benefattore dei poveri, padre degli orfani, sostegno delle vedove.
Durante la persecuzione di Diocleziano, fu
deportato e confinato. Restituita la libertà alla Chiesa, il santo vescovo
ritornò tra il suo popolo. Partecipò al Concilio Ecumenico di Nicea ed ebbe
parte assai attiva nella confutazione di Ario.
Il Signore lo preavvisò della prossima sua morte ed
il Santo, raccomandatosi alle preci del suo buon popolo, radunò il clero, e
prese a recitare il salmo: In te Domine, speravi, fino al versetto: In manus
tuas, commendo spiritum meum, e col sorriso sulle labbra, spirò. Era l’anno
342.
Il suo corpo si conserva a Bari, nella Basilica a
lui dedicata.