La parola di Dio di questa domenica ci invita a continuare
a riflettere sulla vita eterna. Nel mese di novembre dedicato ai morti, questo
continuo richiamo all’immortalità dell’anima, giova alla nostra salute
spirituale, per meglio orientare la nostra esistenza nella prospettiva eterna.
Oggi non è scontato che tutti credano nella risurrezione e non lo è nemmeno tra
i cristiani. Si parla poco di inferno, purgatorio e paradiso. Si è insegnato
alla gente comune che sono dei luoghi di destino dell’anima, ma ci si domanda
dove e come siano, e se nell’aldilà, dopo la morte, si può parlare ancora di
tempo cronologico e di spazio. La questione della risurrezione della carne è un
osso duro da capire.
La vita in questo mondo, tra la soglia del nostro concepimento nel seno materno
e la soglia della nostra morte fisica è una preparazione alla vita eterna, che
si può già pregustare qui ed ora, prima della nostra morte.
Che senso avrebbe, nascendo, sperimentare la vita, se tutto, ma proprio tutto, finisse con la nostra morte? Che senso la bontà, la gioia, le fatiche e le ansie, il nostro affannarci, se poi tutto si rivelasse solo una breve, molto breve, e tante volte infelice esperienza su questa terra?
Gesù ci vuole insegnare che non siamo solo figli di papà e mamma, figli di una relazione umana, ma siamo anche “figli della risurrezione, cioè figli di Dio”.
Se riuscissimo ad avere più presente questa realtà, saremmo meno affaticati dal quotidiano, meno prigionieri dell’effimero e più disposti a camminare con cuore misericordioso sulla via della salvezza
Da «figli di questo mondo» impariamo a diventare già qui ed ora «figli della risurrezione, figli di Dio» intessendo relazioni di gratuità con tutta la nostra corporeità vivente, perché abbiamo scelto di consegnarci liberamente allo Spirito Santo, vita divina in noi, vera e unica sorgente di vita eterna per la nostra stessa corporeità vivente trasfigurata.
Almeno una volta, sinceramente, ce lo siamo chiesto che
sarà di noi dopo la morte?
Soprattutto noi cristiani dovremmo possedere la certezza che in virtù della
resurrezione di Gesù risorgeremo anche noi.