Scrivo a tutte le chiese, e a tutti annunzio che morrò volentieri per Dio, se voi non me lo impedirete. Vi scongiuro, non dimostratemi una benevolenza inopportuna. Lasciate che io sia pasto delle belve, per mezzo delle quali mi sia dato di raggiungere Dio. Sono frumento di Dio, e sarò macinato dai denti delle fiere per divenire pane puro di Cristo. Supplicate Cristo per me, perché per opera di queste belve io divenga ostia per il Signore.
Ogni mio desiderio terreno è crocifisso e non c’è più in me
nessuna aspirazione per le realtà materiali, ma un’acqua viva mormora dentro di
me e mi dice: «Vieni al Padre». Non mi diletto più di un cibo corruttibile, né
dei piaceri di questa vita. Voglio il pane di Dio, che è la carne di Gesù
Cristo, della stirpe di David; voglio per bevanda il suo sangue che è la carità
incorruttibile.
Chiedete per me che io possa raggiungerlo. Non vi scrivo secondo la carne, ma
secondo il pensiero di Dio. Se subirò il martirio, ciò significherà che mi
avete voluto bene.
SANT’IGNAZIO di Antiochia, Vescovo e martire. Dalla «Lettera ai Romani»