Dio in
ogni periodo della storia suscita nella Chiesa determinate persone, perché
siano come modelli del popolo di Dio. A tale schiera appartiene il presbitero
oggi proclamato beato: Annibale Maria Di Francia.
Il fuoco d’amore per il Signore e per gli uomini segnò tutta la vita e l’opera
del beato Annibale Maria Di Francia. Colpito sin dall’adolescenza
dall’espressione evangelica: “La messe è molta, ma gli operai sono pochi.
Pregate dunque il padrone della messe, perché mandi operai nella sua messe” (Mt
9, 38; Lc 10, 2), egli spese tutte le sue energie per questa nobilissima causa.
La moltitudine di persone non ancora raggiunte dal Vangelo e il numero
insufficiente degli evangelizzatori sono stati il tormento del suo cuore di
apostolo e di sacerdote. Fondò a tal fine due Famiglie religiose: i
Rogazionisti e le Suore Figlie del Divino Zelo, e promosse numerose iniziative
per diffondere fra i fedeli la coscienza della necessità di pregare
intensamente per le vocazioni.
Amò egli stesso profondamente il suo sacerdozio; lo visse con coerenza, ne
esaltò la grandezza nel popolo di Dio. Ripeteva spesso che la Chiesa, per
svolgere la sua missione, ha bisogno di sacerdoti “numerosi e santi”, “secondo
il cuore di Dio”. Sentiva che questo è un problema di essenziale importanza e
insisteva perché la preghiera e la formazione spirituale fossero al primo posto
nella preparazione dei presbiteri; in caso contrario – scriveva – “tutte le
fatiche dei vescovi e dei rettori dei seminari si riducono a una coltura
artificiale di preti . . .” (Scritti, vol. 50, p. 9). Per lui ogni autentica
vocazione è frutto della grazia e della preghiera ancor prima delle pur
necessarie mediazioni culturali e organizzative.
Alla preghiera per le vocazioni congiunse un’attenzione concreta ai bisogni
spirituali e materiali dei sacerdoti e dei seminaristi. Dovunque vi erano
necessità, a cui bisognava venire incontro: piccoli senza famiglia, fanciulle
in gravi pericoli, monasteri di contemplative in difficoltà materiali, fu
presente con tempestività e amore. Di tutti fu padre e benefattore; pronto
sempre a pagare di persona, aiutato e sostenuto dalla grazia.
Il messaggio che egli ci ha trasmesso è attuale e urgente. L’eredità lasciata
ai suoi figli e figlie spirituali è impegnativa. Possa l’opera da lui iniziata
continuare a dare frutti generosi a beneficio dell’intera comunità cristiana e
per sua intercessione accordi il Signore alla Chiesa santi sacerdoti, secondo
il cuore di Dio.
Rifulge il nuovo beato quale modello di santità sacerdotale! Lo addita come
tale la Chiesa, mentre è in pieno svolgimento l’VIII Assemblea generale del
Sinodo dei vescovi, chiamata a esaminare l’importante questione della
formazione dei sacerdoti nel nostro tempo.
Come non sottolineare questa provvidenziale circostanza? Mentre, infatti, i
padri sinodali ricercano le soluzioni più opportune per un problema così
vitale, il nostro beato indica con chiarezza la direzione verso cui procedere.
La sua esistenza, le sue esemplari esperienze apostoliche offrono luce alla
ricerca sinodale. Egli ripete che il mondo, adesso come allora, ha bisogno di
sacerdoti santi, capaci di parlare al cuore dell’uomo moderno, perché si apra
al mistero di Dio vivente. Ha bisogno di apostoli generosi, pronti a lavorare
con gioia nella vigna del Signore.
7 OTTOBRE 1990. ANNIVERSARIO BEATIFICAZIONE DI ANNIBALE MARIA DI FRANCIA IN PIAZZA SAN PIETRO. DALL’OMELIA DI SAN GIOVANNI PAOLO II, PAPA
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