a Messina dalla
nobildonna Anna Toscano e dal Cav. Francesco, Marchese di Santa Caterina dello
Ionio, Vice Console Pontificio e Capitano Onorario della Marina. Terzo di
quattro figli, Annibale divenne orfano a soli quindici mesi per la morte
prematura del padre. Queste amara esperienza infuse nel suo animo la
particolare tenerezza e lo speciale amore verso gli orfani, che caratterizzò la
sua vita ed il suo sistema educativo in cui si distinse per
originalità e completezza.
Spesso i santi sono profeti che annunciano qualcosa
di nuovo, ove nuovo ha il sapore spesso di diverso e provocatorio.
Il messaggio di Padre Di Francia rimane
strutturalmente provocatorio, difficilmente digeribile, se non a livello di
fede, sia in una società civile, sia all’interno stesso di una comunità
ecclesiale.
E’ provocatorio per l’uomo e per la società civile,
perché afferma senza mezzi termini che non può esserci progresso umano, senza
una progressiva crescita nella fede cristiana.
Non è soltanto un posto di lavoro, una raggiunta
posizione sociale, una maturità culturale, a dare una dimensione all’uomo; egli
deve tendere e diventare e riconoscersi vocazione di Dio. Non basta essere
quotati socialmente, bisognerà sentirsi realizzati e liberati in Cristo.
E’ un messaggio provocatorio all’interno della
Chiesa. Mentre molto spesso ci si affanna a difendere e salvaguardare le
istituzioni, ci si dimentica che l’opera principale della Chiesa è il servizio
all’uomo e non all’istituzione.
Compito della Chiesa è di far crescere l’uomo nella
dignità di figlio di Dio.
Da una Chiesa così spesso identificata con le
sagrestie e le canoniche, a fianco di Padre Di Francia si scopre un mondo
nuovo; si riscoprono i clienti nuovi, i destinatari di sempre del Vangelo; ci
si sente immersi nella grande messe di Dio, e nello stesso tempo ci si accorge
di essere impreparati e insufficienti.
E’ lo stesso travaglio che provarono Cristo e gli
apostoli quando videro tanta gente attorno a loro. La messe è veramente molta;
ma gli operai sono pochi; pregate dunque!