La Giornata mondiale contro il lavoro minorile che si celebra ogni anno il 12 giugno, ci dice che attualmente 64 milioni di bambine e 88 milioni di bambini si vedono sottrarre l’infanzia alla quale hanno diritto, privati della scuola e delle cure di cui hanno bisogno e dell’opportunità di costruire un futuro migliore per sé e per la propria famiglia. Oltre 7 su 10 vengono impiegati in agricoltura, i restanti lavorano nel settore dei servizi o nell’industria, nelle miniere, nelle cave e nei lavori domestici: 15,5 milioni questi ultimi, forse i più esposti a vari pericoli.
Tema della Giornata 2019 è: “I bambini non dovrebbero lavorare nei campi, ma sui sogni”. E anche Papa Francesco ha voluto fare sentire la sua voce. “Come adulti non possiamo rubare ai bambini la capacità di sognare. Cerchiamo di favorire un contesto di speranza, dove i loro sogni crescano e si condividano: un sogno condiviso apre la via a un nuovo modo di vivere”.
Il lavoro minorile è sia causa che conseguenza della povertà, rinforza le disuguaglianze e la discriminazione sociale. Impedisce il miglioramento delle condizioni di vita di una famiglia perché non fa altro che perpetuare lo stato delle cose. Nelle sue forme peggiori, il lavoro minorile si trasforma in schiavitù, sfruttamento economico e sessuale, specie per le bambine, e può portare alla morte.