Nella storia del XX secolo è molto difficile trovare una persecuzione simile a quella scatenata in Romania dal regime comunista nel 1948 contro la comunità greco-cattolica. Prima della repressione nel paese essa contava circa un milione e cinquecentomila fedeli. Dopo cinquanta anni di persecuzione, i fedeli si erano più che dimezzati.
È in questo contesto che si inserisce il martirio dei vescovi Valeriu Traian Frenţiu, Vasile Aftenie, Ioan Suciu, Tit Liviu Chinezu, Ioan Bălan, Alexandru Rusu, e Iuliu Hossu che papa Francesco ha beatificato, domenica 2 giugno, a Blaj, durante il viaggio apostolico in Romania. Frenţiu, Aftenie, Suciu e Chinezu morirono in carcere. Gli altri tre, Bălan, Rusu e Hossu, riuscirono a sopravvivere alla prigione, ma morirono a causa delle terribili condizioni in cui vissero durante il loro domicilio coatto.