Gesù dopo la risurrezione, nei 40 giorni che rimase
ancora in terra, confortò gli Apostoli e con diverse prove li convinse di
essere veramente risuscitato. Li istruì intorno al regno di Dio, sul modo di
governare la Chiesa, d’amministrare i Sacramenti, di salvare le anime.
Avvicinandosi il giorno dell’addio: «Bisogna che me ne vada, disse, perchè se
io non me ne vado, non verrà a voi il Consolatore». Ordinò quindi agli Apostoli
che dalla Galilea si recassero a Gerusalemme.
Fece con essi il banchetto d’addio, durante il quale apri loro maggiormente le
menti, mostrando ad essi come la Sacra Scrittura parla di Cristo, della sua
passione, morte e risurrezione. Comandò di predicare il Vangelo, diede loro il
potere di rimettere i peccati e li mandò ad annunziare il regno di Dio a tutte
le genti.
Finita la sua istruzione si incamminò, seguito dagli Apostoli e Discepoli, al
monte dell’ascensione. Giunto alla vetta, diede l’addio alla Madre, alle pie
donne, a tutti i presenti, e alzando il braccio li benedisse.
Mentre li benediceva, per propria virtù si alzò verso la maestà dei cieli
davanti a quegli occhi che meravigliati lo guardavano, finchè una nube lo
nascose.
Quei Giudei stavano ancora inginocchiati a braccia aperte e con gli occhi
rivolti al cielo meravigliati e commossi, quando comparve un Angelo giulivo in
volto e dall’aspetto maestoso dicendo: «O uomini di Galilea, che state a
guardar in cielo? Quello stesso Gesù che fu tolto a voi, ritornerà nella stessa
gloria con cui salì».
Gli Apostoli a quell’avviso ritornarono a Gerusalemme comprendendo le parole
che Gesù aveva detto: «Vado a preparare un luogo per voi. Vi manderò il
Consolatore».
Oggi la Chiesa celebra una delle sue feste più belle facendo riflettere ai Cristiani
quale sia la loro patria. Gesù non salì al cielo solo per ricevere la corona
della virtù, ma anche per preparare un posto per noi. Cristiani, il cielo è la
nostra patria, non questa misera terra!
Nei momenti in cui ci sembrerà di esser sopraffatti dal male, quando intorno a
noi sarà buio, alziamo gli occhi e le mani al Cielo, chiedendo aiuto a Colui
che è la luce che rischiara le tenebre, a Colui che è nostro Re, nostro
Salvatore, nostro Avvocato e nostro Mediatore; egli ci libererà.