E’ bella questa immagine del pastore che chiama le
pecore ed esse obbediscono solo alla sua voce, che riconoscerebbero fra mille.
Il Vangelo di oggi ci presenta un brano che con due pennellate dipinge ed
esprime tutta la tenerezza e l’amore del Padre e di Gesù per ciascuno di noi. Le
mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono.
In questo piccolo racconto c’è soprattutto Lui, Gesù, mandato dal Padre a dare la vita, perché noi l’avessimo in abbondanza, ciascuno di noi, conosciuto per nome, con tutti i propri travagli e difficoltà.
Nello sguardo di Gesù c’è lo sguardo di Dio: uno sguardo, che ci segue nel cammino, a volte tortuoso delle nostre giornate, incredibilmente e meravigliosamente compassionevole, di chi con noi patisce, per poterci dare la Sua stessa forza.
Gesù sa bene quanto la sofferenza e le difficoltà possano prostrarci: ha provato tutto, eccetto il peccato, e ci conosce fino in fondo. Sa benissimo, che nei momenti di dubbio, di oscurità, anche di male, dentro di noi stanchi e sfiniti, vi è il desiderio spasmodico di trovare Qualcuno a cui aggrapparci come l’ultima speranza.
Ma una cosa chiede, ieri, oggi e sempre ai Suoi, a noi:
ascoltare la Sua voce!
E’ questo il primo compito del cristiano: ascoltare Gesù che ci parla, ci salva
con la Sua Parola, fa più robusta e forte la nostra fede, trasforma la nostra
vita.
Durante la giornata, si ascoltano spesso altre voci: la radio, la televisione, le chiacchiere delle persone. Prendiamo un po’ di tempo ogni giorno per ascoltare la Parola di Gesù? A casa abbiamo il Vangelo e ogni giorno ne leggiamo un brano o abbiamo paura, non siamo abituati?… Ascoltare la Parola di Gesù nutre l’anima, la fede. La Sua Parola entra nel nostro cuore e ci fa più forti nella fede.