Per Simone la pesca è un lavoro impegnativo; è
cresciuto facendo il pescatore finché non ha udito quella chiamata a diventare
pescatore di uomini (Lc 5,1-11). L’esperienza di vita con Gesù è stata
coinvolgente, esaltante, incredibile da raccontare, poi la tragedia della
passione, il suo tradimento l’ha sconvolto, la scoperta della Resurrezione è
stata talmente forte che è difficile comprenderla, tutto sembra spingerlo oltre
ma non ce la fa, troppe emozioni tutte insieme hanno bisogno di lasciare che si
decantino, ci vuole tempo: è meglio tornare al mestiere di sempre.
Ma quella notte non presero nulla. Simone aveva preso l’iniziativa, gli altri
lo hanno seguito, ancora non avevano capito la portata della loro missione. Quelle
reti sono infeconde come infeconda è diventata la nostra società di oggi. C’è
da domandarsi dove sia la novità del Vangelo di cui i cristiani dovrebbero
essere portatori, mentre assistiamo inermi ad un progressivo scollamento della
società moderna dallo spirito del Vangelo: dall’economia al mercato, dal
rispetto della vita all’accoglienza dei deboli, dallo spreco di risorse
all’egoismo.
Venite a mangiare. All’alba, quando la notte cede alla luce del giorno, viene il Signore, ma i discepoli non si erano accorti che era Gesù, non riescono ancora a vedere bene, né con la vista né col cuore. Gesù offre loro una occasione di comunione e di fecondità: «Figlioli, non avete nulla da mangiare?». I discepoli si rimettono in movimento, la rete si riempie di pesci, Giovanni dice che è il Signore, Pietro si getta in acqua, il fuoco acceso, il pane, ha fatto ritrovare la gioia dello stare insieme e la presenza stimolante del Signore anche se tutto ancora confuso. Non sempre riconosciamo il Signore dove e come lo vorremmo ma ogni incontro e ogni condivisione, ogni comunione è incontro con il Signore che si mostra alla fede di chi lo sa riconoscere.
Pietro, segnato dal rinnegamento (18,27), ha bisogno di comunione, di una
conferma di amore, un’esigenza maggiore e Gesù lo chiama per nome e cognome per
chiedergli la misura del suo amore: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami
più di costoro?» «Signore, tu conosci tutto; tu sai che ti voglio bene». Si
era rivestito prima di gettarsi in acqua perché c’era il Signore, ma adesso
davanti a lui si mette a nudo e si lascia rivestire del suo sguardo di
misericordia. Sarà l’amore del Signore e per il Signore che condurrà la sua
vita fin dove avrebbe glorificato Dio.