La legge di Dio
rappresenta il livello minimo da cui partire per vivere bene con se stessi e
con gli altri. Sono la traduzione verbale di ciò che è già scritto nella natura
umana: il diritto-dovere di rispettare gli altri, la nostra persona e Dio.
Scomodi, come un normale libro di leggi. E lo sono, difatti, per tutti coloro
che interpretano la vita nell’unica logica del “fare ciò che piace”.
Questo “pacchetto di leggi” a prima vista
potrebbe far pensare ad una vita a libertà condizionata. Invece, svolgono la
stessa funzione dei semafori e dei segnali stradali. Aiutano, cioè, a circolare
meglio. Se non ci fossero, bisognerebbe inventarli. Altrimenti chi conterebbe
più i tamponamenti e gli incidenti? Insomma, aiutano a “viaggiare
sicuri” sulla strada della vita di oggi.
Con un’accortezza nell’osservarli: a prima vista
sembra blocchino la libertà dell’individuo con i suoi divieti – “non”
uccidere, “non” rubare… – in realtà, indicando chiaramente ciò che
è proibito e ciò che non lo è, regolano il “traffico della vita” di
ciascuno per il bene di tutti.