L’amministratore apostolico dell’arcidiocesi di Santiago del Cile, mons. Celestino Aós, che in questi giorni ha incontrato il Papa, ha riferito sulla attuale situazione della Chiesa in Cile, delle sfide sociali nel Paese e lancia un messaggio a quei cileni che, a causa dello scandalo degli abusi, si sono allontanati dalla Chiesa.
Sulla questione dello scandalo degli abusi il nostro messaggio è chiaro. Ci sono cose che non possono mai essere accettate. Non vi è alcuna giustificazione per accettare un abuso: nessuna. In questo voglio essere chiaro. Penso che abbiamo bisogno di un cambiamento nel cuore e nella mente: se c’è qualcuno che crede che c’è qualcosa che può essere giustificato, è in cattiva fede.
Da un lato deve esserci una conversione, un cambiamento del cuore. D’altra parte dobbiamo capire che non è una questione del Papa, dell’amministratore apostolico, dei vescovi, dei sacerdoti: è una questione che coinvolge tutti noi, che dobbiamo crescere in quella consapevolezza di battezzati, e aiutarci a vicenda. Anche le stesse vittime, a cui dobbiamo rispetto, affetto, aiuto, devono aiutarci. Hanno una maggiore sensibilità nel rilevare, forse, certi “sintomi” e nel dire attenzione: “qui può succedere qualcosa”. Hanno anche l’esperienza di aver vissuto momenti di grande dolore, di aver vissuto una Via Crucis, e possono aiutarci dicendoci come dobbiamo comportarci.
Questo per integrare tutti, per sentirci veramente Chiesa, veramente fratelli. Questa non è una questione di parole, è molto più delle parole, passa attraverso il cuore.
MONS. CELESTINO AOS. Amministratore Apostolico Santiago del Cile