I martiri del nostro tempo sono testimoni della nuova Gerusalemme. Uomini e donne, religiosi e laici, cristiani di tutte le confessioni che, trovando forza solo nella preghiera, aderendo radicalmente alle beatitudini evangeliche, hanno dedicato la propria vita alla carità e al dialogo per la pace diventando pietre d’inciampo di chi vuole ferire i più fragili.
Ogni martirio, ogni uccisione, ogni assassinio porta con sé il sapore amaro della prevaricazione, dell’ingiustizia. Ricordiamo la frase illuminante di Gesù sulla Croce: “non sanno quello che fanno”. Il ripetersi fin troppo frequente di episodi di martirio tra i missionari e tra i cristiani rinnovano dolore, smarrimento, talvolta anche paura e rabbia. Eppure ogni martirio cristiano appartiene alle “beatitudini” di Gesù: “Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia” (Mt 5,11).
Tutti noi abbiamo un debito nei confronti dei testimoni della fede, i quali nell’umiltà e generosità della loro vita e della loro morte ci richiamano al mistero della passione, morte e risurrezione di Cristo in un tempo lacerato dalle divisioni, ferito da violenze e conflitti.
Siamo tutti chiamati a guardare loro come maestri, compagni di strada verso la risurrezione dell’umanità che ritrova in loro la somiglianza con Dio.
Signore Gesù Cristo, per noi hai accettato la sorte del chicco di grano che cade in terra e muore per produrre molto frutto. Aiutaci a percorrere la tua via con il cuore, anzi con i passi concreti della nostra vita quotidiana. Aiutaci perché ci incamminiamo con tutto noi stessi sulla via della croce e rimaniamo per sempre sulla tua via. Liberaci dalla paura della croce, dalla paura di fronte all’altrui derisione. Aiutaci a non impadronirci della vita, ma a donarla.